Commemorazione di tutti i fedeli defunti
Commemorazione di tutti i fedeli defunti – 2 Novembre 2025
Oggi guardiamo a Colui che, come dice Giovanni, fa nuove tutte le cose (Ap. 21,5).
In Greco per dire “nuovo” ci sono due aggettivi: neòs, che significa piuttosto “recente, appena fatto, moderno” e kainòs, che significa invece “mai visto prima, di natura diversa”.
Non tutti gli autori del NT conoscono la differenza tra i due aggettivi, così ad esempio la lettera agli Ebrei li usa come sinonimi, ma Giovanni invece ha una spiccata preferenza per l’aggettivo kainòs, che nell’intera Apocalisse è presente sette volte (un numero che nell’opera di Giovanni non è mai casuale), mentre mai usa l’altro aggettivo neòs.
Come dire che Dio non ha bisogno di essere moderno per essere nuovo. Dio non fa cose nuove (neòs) ma fa nuova (kainòs) ogni cosa, facendola passare attraverso la Pasqua di Gesù.
La risurrezione non appartiene, infatti, alle possibilità dell’uomo, non è iscritta nel nostro patrimonio genetico,
ma è dovuta solo all’irrompere prepotente e straordinario del Dio della vita dentro la nostra finitudine e precarietà
A Colui che rinnova ogni cosa grazie alla Pasqua di Cristo affidiamo con fiducia la vita dei nostri cari defunti, tutte le nostre esistenze, l’esistenza di tutta la Chiesa.
Oggi vi lascio con le parole del grande teologo Karl Rahner:
Noi crediamo nella sua risurrezione? Crediamo quanto è in ciò racchiuso? Egli è il vivente. È il vincitore del peccato e della morte. Non è colui che è asceso al cielo per scomparire dalla storia del mondo, come se non fosse mai stato in essa. È asceso al cielo dopo esser disceso nella profondità ultima del peccato, della morte e del mondo perduto
ed essere uscito vivo da questo baratro che tutto contiene. Di più ancora: egli ha vinto là, nell’ultima perdizione,
da cui scaturiscono tutti i vizi, da cui promanano tutti i rivoli di lacrime, là ov’è la fonte di tutto l’odio e di tutto l’egoismo. Vinto non respingendo lontano da sé questo mondo e sottraendosi ad esso, bensì penetrando e perdendosi in esso, assumendo e assumendo per l’eternità il suo centro più intimo, da cui scaturisce tutto il suo destino. E così egli ha già trasformato il mondo e vinta la morte!
Ora e sempre. Amen.
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