DEDICAZIONE

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Dedicazione

DEDICAZIONE19 ottobre 2025

“L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene”. (Lc 6, 45)

Inizia l’ultimo breve tratto dell’Anno liturgico, che ci porterà – con l’Avvento – all’inizio del nuovo Anno.

Anche se il tema di queste poche domeniche è soprattutto la figura ed il volto della Chiesa, vorrei continuare a domandare, soprattutto al vangelo: Chi è Gesù?

Domenica scorsa ci è stata offerta un’immagine folgorante: Gesù è la perla Bella e Buona, la PERLA PREZIOSA.

La risposta di oggi è di una semplicità altrettanto disarmante: Gesù è l’uomo buono!

È buono perché ha un buon tesoro nel suo cuore. Il cuore di Gesù, cioè la forza propulsiva ed il centro direzionale delle sue scelte, è ricolmo di quelli che l’Apostolo Paolo chiama i frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Galati).

Il cuore di Gesù batte in profonda comunione con quello del Padre, pienezza incontrastata di benevolenza, provvidenza e misericordia. L’orizzonte della sua vita è tutta pienezza di grazia e di verità.

Perché il bene, prima di poterlo fare, deve essere voluto, desiderato, sognato. Deve essere una dimensione costitutiva della nostra coscienza.

Gesù è l’uomo buono perché da questo tesoro trae fuori il bene. Gli Atti degli Apostoli (cap. 10) hanno una bellissima espressione come sintesi dell’identità di Gesù: “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui”.

Dunque, anzitutto: beneficando… Un bene anticipatore, gratuito, creativo e propositivo. Un bene offerto, sempre proposto; irradiato a tutti senza precondizioni, superando ogni pregiudizio, luminoso come la città collocata sulla cima del monte!

Risanando: un bene capace di ripristinare il volto dell’uomo sfigurato dalla malattia, dall’emarginazione, dalla disperazione, dall’egoismo, perfino dalla morte.

Una carica di bene fonte di riconciliazione e di unità, di fraternità e di comunione, di perdono e di pace.

Oggi vorrei lasciarvi come dono alcune delle forti parole di Papa Francesco nella sua ultima Enciclica Dilexit nos, sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo, promulgata giusto un anno fa, il 24 ottobre dell’anno 2024:

In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore; mirare lì dove ogni persona, di ogni categoria e condizione, fa la sua sintesi; lì dove le persone concrete hanno la fonte e la radice di tutte le altre loro forze, convinzioni, passioni, scelte. Ma ci muoviamo in società di consumatori seriali che vivono alla giornata e dominati dai ritmi e dai rumori della tecnologia, senza molta pazienza per i processi che l’interiorità richiede. Nella società di oggi, l’essere umano rischia di smarrire il centro, il centro di se stesso. L’uomo contemporaneo, infatti, si trova spesso frastornato, diviso, quasi privo di un principio interiore che crei unità e armonia nel suo essere e nel suo agire. Modelli di comportamento purtroppo assai diffusi ne esasperano la dimensione razionale-tecnologica o, all’opposto, quella istintuale. Manca il cuore.

Signore Gesù, uomo buono, parola eterna del Padre, togli da noi il cuore di pietra, cuore sordo e muto, e donaci il tuo stesso cuore buono, sovrabbondante d’amore, cuore di carne che sa ascoltare con amore e parlare con verità.

Ora e sempre. Amen.

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