«Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va» (Gv 3,8)
Un piccolo spazio per chi desidera ascoltare l’eco del sacro nella vita di ogni giorno.
Il dopo Pentecoste
22 giugno 2025
Da qui, fin quasi alla fine di agosto,
saremo nella sezione più originale
del nostro lezionario ambrosiano.
Rivivremo le grandi tappe
della storia della salvezza,
dalla creazione fino al martirio
dei 7 fratelli Maccabei
(ad opera di Antioco IV Epifane),
due secoli prima dell’avvento di Gesù.
Le varie tappe saranno segnalate
soprattutto dalla LETTURA.
In questa prima tappa del nostro cammino
la liturgia ha scelto di non leggere
la conosciutissima pagina della Genesi
sulla creazione del mondo,
ma di offrirci un ‘testo sapienziale’:
abbiamo ascoltato un piccolo ‘collage’
di versetti ripresi dal libro del Siracide.
Siamo così davanti ad un INNO
che esalta il Signore
come giudice giusto e misericordioso
che ha creato l’intero universo.
Ma più che alla ‘grandezza’ della creazione,
l’autore sacro rimane affascinato
dalla MISERICORDIA del Creatore.
Anche se il testo del Siracide
è giunto a noi in una versione greca,
qui con il vocabolo misericordia – ἔλεος –
si traduce un termine ebraico
molto importante:
HESED, – חֶסֶד
– che copre
una vastissima gamma di significati:
misericordia, fedeltà, perdono, grazia
benevolenza, amore generoso…
La nostra piccolezza
non è vinta dal numero degli anni di una vita;
fossero anche cento,
essi – confrontati con l’eternità di Dio –
sarebbero solo
«una goccia dell’acqua del mare,
un granello di sabbia».
La nostra fragilità e piccolezza
è vinta, protetta e custodita
dalla HESED di Dio!
Se non ci fosse
il perdono/misericordia/amore/grazia
che nasce come grande dono di Dio,
non ci sarebbe possibilità di vita.
Ecco perché – giustamente –
la nostra liturgia oggi ci fa pregare
con le parole del Salmo 136.
In Sinagoga il Salmo 136
è chiamato «il grande Hallel», la grande lode.
Questo Salmo è tradizionalmente cantato
alla fine della cena pasquale ebraica
ed è stato probabilmente pregato
anche da Gesù nell’ultima Pasqua
con i suoi discepoli;
ad esso sembra infatti alludere
l’annotazione degli Evangelisti:
«Dopo aver cantato l’inno,
uscirono verso il monte degli Ulivi»
(cfr Mt 26,30; Mc 14,26).
Il Salmo 136 è un grande inno
a carattere litanico,
scandito dalla ripetizione antifonale
– ben 26 volte! –
«perché il suo amore è per sempre».
Lungo il componimento,
vengono enumerati i molti prodigi di Dio
nella storia degli uomini
e i suoi continui interventi
in favore del suo popolo;
e ad ogni proclamazione
dell’azione salvifica del Signore
risponde l’antifona
con la motivazione fondamentale della lode:
la HESED di Dio, l’amore eterno di Dio,
che implica sempre fedeltà, misericordia,
bontà, grazia, tenerezza, perdono.
A partire da questo inizio
tutta la storia del mondo continua
e dentro questo storia ci siamo anche noi,
con tutte le nostre certezze
e le nostre domande,
con tutte le luci e le ombre,
eterne compagne dell’avventura umana.
Lungo questo cammino
non dobbiamo però dimenticare mai
l’inizio, la sorgente, il fondamento,
che potrei esprimere parafrasando
l’inizio del prologo di Giovanni:
In principio era la Hesed,
e la Hesed era presso Dio
e la Hesed –
– misericordia, bontà, fedeltà,
tenerezza, amore
– era Dio.
La Hesed-misericordia-amore
era, in principio, presso Dio!
Da sempre e per sempre. Amen.
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